Ricordiamo Brian Marsden
Scritto
il 19 Nov 2010 alle 11:30
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Dopo una lunga malattia, è morto Brian Marsden, all’età di 73 anni. Verrà ricordato per aver contribuito nello studio della meccanica celeste, in particolare nello studio dei corpi minori del sistema solare, oltre che per la sua conoscenza enciclopedica della storia dell’astronomia. È stato direttore del Minor Planet Center dal 1986 al 2000, e in seguito direttore emerito. Ha inoltre contribuito alla crescita di molti astrofili ed astronomi in tutto il mondo con la sua generosa disponibilità. Molti soci dell’Ara lo hanno conosciuto di persona nelle sue visite (e cene!) a Frasso Sabino. Qui di seguito riporteremo i ricordi dei soci, mano a mano che arriveranno. Foto degli incontri con i soci ARA: Condoglianze inviate alla famiglia Marsden da Massimo Calabresi a nome dell’ARA: On behalf of ARA, Associazione Romana Astrofili (Frasso Sabino Observatory 157), I would express my deep sorrow for the death of Mr. Brian Marsden. All of us deeply appreciated his fondness and passion in devoting entirely himsef to his work on minor planets, and in giving it to those who took him as a landmark, both professionals and amateur astronomers. And, really, as one of his main features he never made any difference between professional astronomers and amateurs, in giving advices, cooperation, opportunities, bright ideas. The whole Association remember him during ARA’s convention in Frasso Sabino. His high spirit and value, together with his friendly approach, not only to science, but tout court to life, will preserve in all of us his memory. The memory of a scientist, of a man as he was, the way we will always remember him: charming the whole assembly with his speech, a glass of wine in his hand to celebrate the discovery of our first minor planet. If there’s a heaven for astronomers, one of our friends said, he will be there, watching a fantastic sky with a 8 meters telescope and finding, again and again, the coolest minor planets we ever dreamed of. Roberto Haver: Mi dispiace tantissimo, un personaggio unico nel campo astronomico professionale, molto simpatico e molto alla mano. Uno dei pochi che ha sempre apprezzato il lavoro degli astrofili e capito la loro importanza. Inoltre è stato sempre disponibile a dare una mano. Marco Solarino: Che brutta notizia. Proprio all’assemblea si scherzava con Roberto Haver sul coinvolgerlo per l’attribuzione del nuovo pianetino, come scusa per invitarlo di nuovo, visto il suo “apprezzamento” per l’ARA e per i cibi e le bevande di Frasso. Con Roberto (Haver) ce lo siamo anche “spupazzato” in giro per Roma (mi ricordo una bevuta in un bar dalle parti di Borgo Pio…). Aggiungo le mie condoglianze Fabio Anzellini: Ho incontrato il dr. Marsden, la prima volta, nel 2001 e ricordo di essermi avvicinato a lui con un timore quasi reverenziale. Dopo cinque minuti era già come se lo conoscessi da una vita. Una persona squisita, di una umanità unica e di una preparazione superlativa. Mi piace ricordarlo con un bicchiere di vino in mano a brindare alla vita. Alessandro Ederoclite: Cari tutti, solo quattro giorni fa ci ha lasciato Allan Sandage (ex-studente di Baade, ex-assistente di Hubble, cosmologo di chiara fama e, di fatto, fondatore della cosmologia osservativa per come la intendiamo oggi) ed è con immenso dolore che inoltro questo Telegramma Elettronico dell’Unione Astronomica Internazionale che riporta la scomparsa di un astronomo con cui l’ARA ha avuto una relazione “speciale” (per darci un’idea, basta andare a vedere la foto con Fabio e Raniero sul sito dell’ARA): Brian Marsden. Se gli astronomi hanno un paradiso, ora Marsden è lassù a godersi un telescopio da otto metri e un campo di vista di mezzo grado alla ricerca di asteroidi sempre più ganzi! Domenico Ienna: Mi stavo occupando della problematica (dal punto di vista storico/antropologico/astrofisico) nota presenza di riferimenti alla colorazione rossa(!) di Sirio presso più d’una cultura. Pensai bene di chiedere il parere anche di Marsden, soprattutto per quanto riguarda l’adattabilità di modelli correnti d’evoluzione stellare a tempi che non sembrano essere proprio di tipo “astronomico”. Dopo interessanti spunti sull’argomento, dimostrando nonostante la sua cultura e prestigio grandi disponibilità e simpatia, mi venne spontaneo affermare (con l’aiuto dell’interprete Michela!) per scusarmi del mio ardire: io nana bianca, lei gigante rossa! Non era solo una battuta di rispetto e deferenza: io indossavo davvero una maglietta bianca e Marsden, di figura più rilevante, allegro ed entusiasta, una di colore rosso… Mi piace ricordarlo così, che abbia cieli sereni…